Teatro

Teatro ai mondiali di Calcio

Teatro ai mondiali di Calcio

L'esordio di Santa Maria del pallone è stato a a Napoli nel 2002. Lo spettacolo scritto da Mario Gelardi (collaboratore anche di Teatro.Org con la rubrica La Nuova Drammaturgia) e Giuseppe Miale di Mauro, è andato in scena all’auditorium del Bellini.

Il testo successivamente è stato riproposto con la regia di Pietro Bontempo a Roma. In scena per un mese al Teatro dell’orologio e altrettanto al Teatro Argot.

Ora lo spettacolo rinasce, stessa regia, stesso cast guidato da Claudio Botosso, rinasce in occasione dei mondiali di Calcio in Germania. Santa Maria del pallone, sarà l’unico spettacolo teatrale rappresentato a Casa Azzurri, la sede della nazionale italiana.
Il 24 giugno andrà in scena a Duisburg.

Santa Maria del pallone
di Mario Gelardi e Giuseppe Miale Di Mauro
con Claudio Botosso, Gianantonio Martinoni, Mauro Meconi, Francesco Meoni, Paco Reconti, Marco Vivio, Paolo Vivio, per la regia di Pietro Bontempo.
E’ la finale dei play off, una squadretta di provincia si gioca il passaggio dalla serie C2 alla serie C1. E’ un momento importante per tutti, allenatore ,società e giocatori. E’ il momento di quelli che non ce l’hanno fatta, di quelli che non riempiono le pagine dei quotidiani sportivi, di quelli che non vengono accostati a nessuna velina, di quelli insomma, che sono diventati quello che non volevano essere, e che piangono davanti alla televisione guardando la finale di champions league.
I protagonisti di questa storia sono i “non protagonisti” della partita, cinque giocatori costretti a guardare dalla panchina la partita della stagione, quella stagione piccola piccola, quella stagione di quarta categoria. Cinque uomini, arrabbiati e frustrati, vivono nell’attesa di sentire il proprio allenatore dire : riscaldati tocca a te.
Il Mister, un uomo dai modi diretti tanto da meritarsi il soprannome di Brusco, è l’unico che può guardare al futuro, è l’unico che può ancora pensare alla “carriera”. Novanta minuti in cui tutti si giocano il proprio passaggio di categoria.
Tutto è raccontato per frammenti di conversazione, insulti, grida, invettive, commenti, scontri, battute divertenti e per piccoli ritratti autobiografici di chi su quella panchina sta seduto. Sono dinamiche sottili, dove l'ansia di riscatto di chi ha attraversato la gloria e il doping si scontra con l'arrivismo del giovane emergente, dove l'invidia ingenua dell' eterno secondo portiere, imita lo sguardo spietato di chi regola, sceglie, osserva, decide. Su tutti, infatti, c'è il mister, l'allenatore: a lui il difficile compito di disegnare le geometrie della partita come di decidere delle sorti umane, personali, professionali dei suoi calciatori.
Lo spettacolo racconta con largo anticipo (il testo è del 2001) temi di forte attualità in questi giorni.